Intervista a Walter Gigolo
Rieccoci con le interviste ai “Gigolo” di turno… Vi dirò, non ho mai capito questo estremo interesse alle solite interviste al “Gigolo” che si leggono in giro sui vari siti dedicate al mondo femminile . Inoltre non ho mai capito se sono Domande & Risposte modificate dalle varie redazioni oppure se rispecchiano la verità di chi avrebbe dovuto rispondere alle FAQ. Bene, ho deciso di pubblicare la mia… Almeno leggendola qui potrete essere certi che le risposte sono proprio le mie ……
Buona Lettura..
QUANTO PUO’ FRUTTARLE UNA SERATA ?
Generalmente non sono mai io a fare prezzi.. e tantomeno sarei capace di chiedere soldi . Si tratta di qualcosa che accade con naturalezza . Posso però confermare che nella maggiorparte dei casi avviene che chiacchierando al telefono con me , tra una battuta e l’altra, mi venga chiesto a freddo con aria scherzosa “Ma quanto mi costerai ?” .. Forse il mio modo di fare ed essere divertente e spontaneo, aiuta a buttare giù subito le barriere entrando subito in sintona e feeling . Mi fanno ridere molti siti web che si vedono online con il classico “Listino” … Per rispondere alla domanda.. Mi è capitata la casalinga frettolosa e rigorosamente mattutina gongedarmi con 100 euro (io comunque felicissimo) .. dicendo ” E’ meglio che vai ora.. ti chiamo quando posso” . Questa categoria, generalmente invita timidamente al domicilio ..anche alle 07 del mattino… iniziando con il solito caffe’.. e mai senza esserci sentiti minimo 20 volte al telefono durante la settimana, se non addirittura visti fisicamente al bar oppure davanti l’edicola… Vuole fidarsi ed è il tipo di Donna che più mi fa tenerezza… ma è anche la piu’ “focosa ” che tenderà a richiamare . Poi c’e’ la categoria delle “Altezzose” …antipatiche sin dal principio . Non parlano di soldi…ma di cosa puoi offrire..mentalmente piu’ che fisicamente.. Generalmente questa categoria paga molto anche fino a 2000 euro, ma poi spariscono per sempre . Posso confermare che tale categoria sono “abituè” giocano fuori casa e non pagano lo stesso Uomo “in affitto”….anche se casi particolari esistono .
Le “Amiche” sono le più divertenti. Mi è accaduto più di una volta la telefonata con lo sfondo di risate tra amiche..2 o 3…oppure in ufficio.. Forse telefonate fatte per curiosità…ma poi.. un paio d’ore dopo , oppure in serata.. la stessa persona mi richiama da sola . Probabilmente preso coraggio oppure avendomi già sentito al telefono fa scattare volontà decisionali nella mente di chi “avrebbe sempre voluto ma non ha mai osato prima” . . Aggiungo che una di queste Donne, età 46 anni confine Como/Svizzera, era qualcosa di estremamente affascinante . Sposatissima con prole, ma con tanta voglia di …”parlare..parlare…parlare..”
QUAL’E’ STATA L’OFFERTA PIU’ ELEVATA MAI GUADAGNATA ?
E’ successo nel 2003 . Sposata … giovane e bella . Non volevo neppure perdere tempo. All’epoca appena sopra i 40 (io ne avevo 30 all’epoca) . Quando la conobbi attraverso messenger, non avrei mai..mai immaginato cosa mi stesse per attendere… ! 2 mesi di appuntamenti mattutini “ovunque” … con estrema leggerezza e sincerità . “Sono sposata… sono stressata… lavoro nell’azienda di Famiglia e non posso evadere ! ..Solo d’estate posso uscire e liberarmi un po’ la mattina...” . Bene, questa Donna mi ha riempito di regali costosi…orologgio di valore, abiti, telefonino a sorpresa, …ma poi la “botta finale” : La mia auto rimane in panne.. Il meccanico me la valutò 4 mila euro… ed i restanti 12 mila che mi servivano per cambiarla me li fece trovare tutti in contanti in un salvadanaio a forma di lattina (di quelli che si trovano in cartoleria..) Il giorno dopo questa Donna spari’ nel nulla… Mi permisi l’invadenza di cercarla per ringraziarla, ma con esito del tutto negativo : Fece finta di non conoscermi . ……. Una Donna fantastica, di polso, non credo di dimenticarla (non per il regalo)
L’ETA’ MEDIA ?
Età non conta.. Tendenzialmente sopra i 40 . E’ la categoria di Donna “più sicura di se” . Conta molto questa componente . Ho avuto a che fare con Donne piu’ giovani di me (ne ho 35) ed appartengono a due categorie : La prima le Timide con scarse possibilità , per carattere oppure circostanze, evitano i coetanei dando preferenza al maschio piu’ grande (forse per rivalsa nei confronti di coetanei dai quali si potrebbe sentire rifiutata oppure presa in giro) La seconda le Furbe emancipatissime.. senza pietà e ripensamenti.. Sinceramente è la categoria che non mi piace, soprattutto per il contesto freddo e superficiale che si crea .
LA CATEGORIA DI DONNA CLIENTE PREFERITA
La Donna Vera con la “D” maiuscola . Solitamente ha superato i 45 e cerca il massimo in fatto di emozioni sensazioni . La Donna consapevole . La Donna che vuole concedersi ogni capriccio come se “legge” detta da se stessa.. .. Come se “l’essere una femmina matura” sia sinonimo “Tutto è concesso”
LE DONNE SPOSATE ?
La quasi totalità delle Donne che frequentano un Gigolo sono sposate . Alcune lo dico subito con una sorte di preoccupazione . Altre non ne parlano . Altre ancora lo esaltano orgogliosamente sotto le coperte… generalmente per spirito di vendetta.. Sono poche le separate oppure Donne sole, sembra incredibile ..
A QUALE ETA’ SMETTERAI DI FARE IL GIGOLO ?
Bhè considerando il fisico oggi a 35…lo sport che faccio…la voglia di vivere. Finchè potro’ mantenere vivo il mio fascino.. e soprattutto “vivo” il mio ” testosterone” che gioca un ruolo fondamentale (..ma non sempre…) Guardate che fascino che hanno Uomini come Fabio Testi.. .. E poi un giorno potrei innamorarmi, e per una Donna “la consapevolezza” di avere affianco un Uomo che “Oggi” è solo per Lei ma che in passato è stato oggetto di desiderio per diverse donne in diversi momenti della sua vita….bhè, è una componente che in una Donna esercita un certo fascino ……
«Sedotte e ascoltate dal gigolò che paghiamo»: boom su internet di donne in cerca di avventure
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di Elena Castagni ROMA (7 ottobre) - Antonella aveva 55 anni, un ottimo lavoro come pr e una famiglia di quelle che fanno invidia ai più: marito affettuoso, due figli grandi - 26 e 23 anni - e un giro di amicizie che non lasciavano scoperto neanche un buco di solitudine. Poi è successo che Antonella è andata a Cuba, ha incontrato un ragazzo dell’età di suo figlio, un ballerino assai aitante, e con lui ha intrecciato una relazione. Credeva fosse facile da gestire, lui, un uomo in vendita. Lei poteva andare e tornare, prendere il sole dei Caraibi e la nebbia di Milano, la passione e gli affetti. Ma non è andata così. Il ballerino cubano costava sempre di più, Antonella si è indebitata per farlo venire in Italia, si è separata dal marito, non vede più gli amici. Oggi l’uomo in vendita è ancora più caro: ha una compagna giovane e attraente e per passare una sera con la donna d’età chiede un prezzo assai salato.
E’ andata meglio a Cristina, cinquantenne di Torino, lei almeno il gigolò lo ha trovato in Italia, a quattro ore di treno da casa. Da diciotto anni, una volta al mese attraversa la Pianura Padana per cedere a una notte in laguna. Marito e figli non sanno niente, non ha di che vergognarsi ai loro occhi, le lettere d’amore al gigolò le scrive di nascosto, e non teme che la corrispondenza venga intercettata: lei sta attenta, lui non risponde mai. Uomini in vendita, donne che comprano una serata di chiacchiere, a volte di tenerezza, altre di amore. Un fenomeno che cresce anche nel nostro paese, di pari passo con l’emancipazione femminile, ma che dell’emancipazione proprio non fa parte. Un’idea sul successo degli uomini in vendita la fornisce uno studio dell’associazione Donne e qualità della vita: su 1500 donne, una su quattro ha pensato almeno una volta di pagare un uomo per avere un rapporto fisico e due su dieci sono passate ai fatti. Più dettagliato il racconto dell’organizzatore del sito “gigolò.it”, un portale nato lo scorso giugno e che al momento raccoglie 120 iscritti, tutti tra i 30 e i 45 anni, bellocci, molto curati e “visitati” da 500 persone al giorno, con punte di 700 il lunedì e il martedì, quando le signore tornano al lavoro, e dall’ufficio non corrono il rischio di essere intercettate da marito e figli. All’interno del sito, una foto che mostra l’avvenenza, un autoritratto - qualche frase che descrive personalità sempre molto sensibili e disposte ad ascoltare - poi un numero di telefono. Secondo l’organizzatore le telefonate sono molte, ma all’appuntamento arriva solo una risicata percentuale. Comunque anche il gigolò meno gettonato riesce a farsi una serata abbastanza spesso. E per serata non si intende per forza un rapporto sessuale, ma quanto la signora in questione chiede, che può andare da un semplice aperitivo, a una notte intera con tanto di sfoghi sulle amarezze della vita perché il pagare consente anche questo.
Il prezzo va da un minimo di 250 euro a un massimo che varia a seconda delle situazioni, ma una cinquantenne che richiede uno spostamento da parte del gigolò non se la cava con meno di 800 euro. E le clienti non mancano. Spiega Emmanuele Jannini, sessuologo, che i gigolò hanno successo perché riproducono la nascita di una relazione: parlano, ascoltano, seducono. «Le donne non hanno bisogno di pagare un uomo per una notte di sesso: se vogliono riescono ad averla a qualunque età, purché scelgano una persona che abbia le loro stesse caratteristiche sociali e culturali. No, le donne pagano un gigolò perché vogliono sentirsi sedotte. Non a caso questi ragazzi sono colti, sanno ascoltare, hanno una spiccata sensibilità, altrimenti come farebbero a sopportare situazioni drammatiche, donne che si rivolgono a loro per rispondere a un affronto subito, a un fallimento matrimoniale, a un tradimento che le ha ferite in profondità». Eppure parlando con i diretti interessati, le donne che pagano sono signore sicure di sè, con parecchi soldi e voglia di compagnia. Un esempio per tutte: Nadia, una cinquantenne di Torino, un’imprenditrice single che il mese scorso si è voluta regalare una crociera in Grecia in compagnia di un ragazzo di 38 anni. Il tutto le è costato il viaggio per due più cinquemila euro per il gigolò. E probabilmente pagare così tanto non le ha procurato fastidio, anzi, se ha ragione Jannini, dovrebbe averle dato piacere perché, dice il sessuologo, «c’è il fascino del pagare, che è un simulacro, una rappresentazione del potere di per sé eccitante». Il gigolò del viaggio è uno dei più gettonati del sito. Si chiama Andrea, vive a Venezia. Un passato da modello e da spogliarellista, un livello culturale non indifferente, nozioni universitarie di psicologia, la passione per la lirica, un corpo muscoloso meticolosamente curato - manicure e parrucchiere per signora ogni due settimane.
Dice di vestirsi in modo originale: jeans, camicie «assolutamente senza cravatta», giacche belle, scarpe che non costano mai meno di 250 euro e «rigorosamente poco usate». Questo uomo dal linguaggio appropriato, leggermente strafottente, si vende da dieci anni, ha un suo “tabellino prezzi” che facilmente sale sopra gli 800 euro «se una donna è negli anta, noiosa o arrogante». Dice di «premiare le giovani, quelle al primo stipendio che vogliono il gigolò solo per un’esperienza di sesso senza complicazioni». Andrea racconta la sua vita ostentando grande compiacimento, la carica di accenti estetici quasi fosse un remake di “American gigolò”, tutta vita tra gli alberghi di lusso di Venezia, da cui si allontana a notte fonda «perché io con una donna ci esco, ci parlo, ci faccio l’amore, ma non ci dormo, a meno che non paghi anche per quello». Ma se si scava si scopre che dietro l’uomo in vendita c’è un movente fatto di solitudine e paura. «Il gigolò è convinto di fare un mestiere sociale - spiega la psicologa clinica Maria Malucelli - e lo sceglie assecondando, anche se non consapevolmente, un vizio patologico per cui depriva il comportamento sessuale dell’aspetto emotivo e sentimentale.
E’ un circolo vizioso: si priva del lato affettivo e nella sua mente trasforma l’amore fisico in un servizio a vantaggio degli altri, non crede mai di fare del male alle donne che incontra per lavoro. Non a caso cura particolarmente tutte le fasi del corteggiamento, è un adulatore, è molto gratificante per la donna che lo paga, o almeno crede di esserlo. In realtà sta solo creando un adattamento al fatto di non saper vivere una straziante debolezza affettiva». Ma sul servizio sociale di un gigolò ci sarebbe molto da ridire. Ne sa qualcosa Ambra, una ragazza intelligente, non brutta ma piena di complessi tanto da essere arrivata a 28 anni senza avere rapporti completi. Voleva, a ragione, trovare un ragazzo con cui valesse la pena stare. Solo che quelli che incontrava, spaventati dalla sua castità, scappavano a gambe levate. E’ allora che Ambra ha deciso di contattare un gigolò. All’inizio è stata una gran festa, si è sentita una donna libera, ma l’illusione è durata poco: oggi Ambra ha 35 anni, non ha ancora trovato un ragazzo disposto a stare con lei e si sente triste e confusa. La cura dell’uomo in vendita forse funziona solo nei film.
"La mia vita da gigolò"
Il personaggio
L’intervista: «Un lavoro che rende, così batto la crisi»
Roy, trentenne gigolò
Ancona, 22 gennaio - BELLO, gigolò e marchigiano. Sono le caratteristiche principali di Roy, il nome d’arte che ha scelto colui che si definisce, promuovendo il suo lavoro, «l’accompagnatore che sognavi». Originario di Matelica, il trentenne gigolò, ha ormai scelto la sua missione nella vita che va al di là della semplice vendita del proprio corpo. Manager di se stesso, ormai famoso in tutta Italia e anche all’estero. Ospite di trasmissioni televisive nazionali, autore di un libro «Immagini allo specchio, storie di un gigolò», un volume pubblicato tre anni fa. Giovanissimo, ha iniziato per caso a fare questo lavoro, del tutto particolare, ma molto redditizio. Al punto da fargli abbandonare la sua precedente occupazione e gettarsi a capofitto nella nuova dimensione. Guadagna molto bene, applica tariffe importanti, viaggia in tutto il mondo per vacanze di lavoro, si sposta con facilità ovunque c’è bisogno di lui: donne facoltose, insicure, bisognose d’affetto o di una parola buona. Un’esperienza che non conosce crisi: anzi in un periodo come questo si è registrato un aumento di chi si inventa gigolò. Impegnato 365 giorni l’anno, il futuro incerto, magari con l’obiettivo di farsi una famiglia. Con noi Roy si mette a nudo e racconta la sua vita, la sua carriera e la sua missione: regalare emozioni e aiutare donne in difficoltà.
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L'intervista
Roy, da Matelica richiesto in tutto il mondo. Come è iniziata la sua carriera di gigolò? «Assolutamente per caso. Una sera, lavoravo alla discoteca Lola. Avevo avuto esperienze di ragazzo immagine e spogliarellista in giro per le Marche. Una donna mi chiede di far ingelosire il marito, reo di averla tradita con una prostituta dell’est. Mi ha pagato per farci notare in atteggiamenti intimi. La messinscena è riuscita. Da allora la mia vita è cambiata».
In che modo? «Mi sono arrivate richieste di donne facoltose per tenere loro compagnia, anche sessualmente. Per i primi cinque anni alternavo il mio lavoro normale, rappresentante per un’azienda, a quello di gigolò. Poi mi sono licenziato. Mi toglieva tempo all’altro lavoro, che nel frattempo aumentava».
E dove è arrivato? «Che sono sempre in giro. Ho scritto un libro, partecipato a programmi in tv, curo quattro siti, un blog, e avviato una vera e propria attività di marketing legata al mio corpo e a tutto il resto».
Viaggia molto? «Tantissimo, Italia ed estero. In questo momento sono a Grosseto, la prossima settimana partirò per Sharm el Sheik».
Vacanza o lavoro? «Sono stato ‘assunto da un’avvocatessa 40enne di Roma che ha alcuni problemi fisici legati al sesso. Passeremo del tempo insieme e spero di poterla aiutare».
Quali sono i motivi che spingono una donna a rivolgersi a lei? «Semplice sesso, un’uscita galante, prime esperienze. Il mio sta diventando un lavoro psicologico prima che fisico. La gente si è fatta uno stereotipo sbagliato, alla Richard Gere. Non è così».
Cioè? «Io aiuto una marea di casi umani, persone disperate. Peccati inconfessabili, con me invece sono a loro agio e superano le ansie».
Esperienze ad Ancona? «Una, importante, tuttora in corso. Una bella ragazza, 33 anni, ex speranza dello sport, molto impegnata. E’ sposata, ha un amante, ma le serve altro. Ci vediamo una volta ogni due mesi circa, con me prova giovamento, non la impegna e può tutelare la famiglia».
In genere come sono le anconetane e le marchigiane? «Bacchettone, lavoro poco qui, come al sud. Al nord Italia è un’altra cosa».
Il suo onorario? «Non scendo mai sotto i 500 euro, ma posso andare molto al di sopra. Ovviamente non mi accollo le spese di viaggio».
Le storie più incredibili? «Ho passato una serata con una donna che poi è morta qualche tempo dopo, di malattia. Era stato un regalo fattole dalla figlia. Io non ne sapevo nulla. Un’altra volta mi sono sposato per finta e ogni tanto mi tocca fare la pantomima coi parenti di ‘mia moglie’».
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